I veterinari avvisano: l’allergia ai cereali non colpisce solo gli umani, ma anche i cani. Ed è uno tra i disturbi più sottovalutati dai padroni che, spesso, fanno fatica a riconoscerne i sintomi, trascurando – di conseguenza – di adattare l’alimentazione del proprio animale al trattamento di questo disturbo alimentare.

Le cause del disturbo sono infatti da ricercare soprattutto nell’alimentazione del nostro amico a quattro zampe: “Queste allergie sono frequenti, anche per via delle alte percentuali di cereali presenti nel cibo industriale. Ma non solo: spesso i padroni scelgono diete fai-da-te, e, anche quando si lasciano consigliare da un veterinario, tendono a modificare le diete prescritte introducendo alimenti che, ovviamente, creano problemi all’animale intollerante” – rivelano i veterinari esperti in nutrizione consulenti per la startup Dog Heroes – “Il disturbo può essere tenuto sotto controllo, ma il problema è la diagnosi: spesso i padroni non riescono a riconoscere i sintomi dell’allergia. Alla comparsa dei primi segnali dovuti al disturbo come prurito, lacrimazione o disturbi intestinali, spesso ci si concentra sulla fonte proteica di origine animale, come per esempio il pollo, il maiale, l’agnello o il salmone sostituendolo nelle ricette ma i problemi del cane non si risolvono, questo perché l’allergia è data dai cereali come grano, riso o mais.”

La soluzione? Una dieta grain-free, meglio se casalinga – spiegano ancora gli esperti – a condizione, però, che sia approvata da uno specialista, non improvvisata. Le pappe casalinghe, infatti, sono già un ottimo modo per migliorare la condizione dei cani nei confronti di allergie o intolleranze, perché gli ingredienti sono pochi e visibili e contengono proteine “human grade”, uguali a quelle destinate agli umani.

I disturbi alimentari dei cani sono, d’altro canto, un’esigenza emergente di cani e padroni, a cui si sta adeguando l’industria del pet food e le sue startup. Dog Heroes, ad esempio, è un servizio di cibo fresco per cani basato su piani alimentari personalizzati ideati da veterinari nutrizionisti, nato con la missione di aiutare i padroni a dare un’alimentazione più sana al proprio cane. La startup ha da poco introdotto la pappa “Beef Bowl”, la sua prima ricetta completamente grain-free dedicata ai cani allergici ai cereali. Studiata dai veterinari nutrizionisti per apportare la giusta dose di nutrienti attraverso una fonte proteica di elevata qualità come la carne di bovino, la “Beef Bowl” è ricca di vitamine e sali minerali utili per il corretto funzionamento dell’organismo dei cani che soffrono di intolleranza ai cereali, ed è altamente digeribile grazie all’utilizzo della patata, adatta per soggetti con intolleranze verso i classici cereali.

“Nei primi mesi di attività tanti hanno apprezzato il nostro servizio di consegna a casa di pappa fresca personalizzato, ma ci siamo resi conto che soprattutto i padroni di razze come i barboncini, barboncini toy e nano, i maltesi, gli akita inu e i bulldog francesi ci chiedevano spesso ricette grain-free. Si tratta delle razze geneticamente più predisposte a questo genere di allergia. – raccontano Pierluigi Consolandi, Marco Laganà e Gregoire Desforges, fondatori di Dog Heroes – La dieta casalinga è per questi casi un’alternativa importante, visto che quasi tutti gli alimenti secchi, come i croccantini, contengono cereali e spesso molti cani sono allergici senza nemmeno che il proprietario lo sappia.”

La nuova Beef Bowl, così come le altre tre ricette di DogHeroes, è realizzata con ingredienti di qualità e senza additivi chimici né conservanti, per dare al proprio cane un’alimentazione che sia il risultato di processi di selezione delle materie prime e processi produttivi identici a quelli della produzione alimentare per l’uomo. Ogni ricetta è stata studiata da veterinari esperti in nutrizione clinica per essere completa e bilanciata secondo le linee guida FEDIAF e ha come principale apporto proteico la presenza di tanta carne.

Dog Heroes sta inoltre cercando di applicare il concetto della circular economy alla produzione delle pappe rendendole a basso impatto grazie all’ottimizzazione del surplus delle lavorazioni degli alimenti per uso umano, riducendo, così, le eccedenze alimentari, e il recupero di una parte degli imballi dopo le consegne, per dare una seconda vita ai materiali.  

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