È nata ed è già in preordine Veterly, una soluzione dello startup studio Startup Bakery destinata a semplificare il rapporto veterinario-clienti a vantaggio della salute degli animali, grazie alla tecnologia. 

Secondo la recente ricerca “Digitalizzare il rapporto veterinario-cliente” condotta dallo Studio su un campione selezionato di rispondenti, oggi il rapporto veterinari-proprietari di animali mostra infatti diversi punti di sofferenza. 

Da una parte, i veterinari lamentano un sovraccarico informativo nel rapporto con i proprietari di animali: email, telefonate e messaggistica invadono senza limiti di orario le giornate dei medici che si ritrovano a lavorare meno e male per far fronte a ogni tipo di richiesta, e più della metà dei veterinari considera la ricezione di foto e video su Whatsapp “un problema”. Il 59.5% auspica una riduzione del tempo speso a far fronte alla richieste dei clienti sui canali di comunicazione e l’81% vorrebbe veder riconosciuto il proprio valore professionale anche in questo tipo di attività “extra”. 

I proprietari di animali, d’altro canto, si dicono sempre più propensi a usare soluzioni tecnologiche: quasi il 90% è interessato a ricevere referti di esami via App, mentre il 68% vorrebbe poter richiedere un parere su sintomi e problemi del proprio animale attraverso l’invio di foto/video. E, tra coloro che vivono nelle grandi città e possiedono più di un animale, cresce l’interesse verso le soluzioni innovative.

“La trasformazione digitale è un processo che in misura più o meno vistosa sta coinvolgendo quasi tutte le aziende di qualunque settore e anche alcune professioni tradizionalmente meno ‘tecnologiche’ si ritrovano oggi ad affrontare un cambiamento inevitabile, complice anche la difficile situazione dovuta agli effetti della pandemia in corso e al cambiamento delle abitudini degli utenti – ha commentato Alessandro Arrigo, CEO di Startup Bakery – Una di queste è senza dubbio quella del medico veterinario, lo specialista nella cura degli animali domestici/da compagnia che, negli ultimi anni, si è ritrovato a far fronte a una clientela sempre più esigente e attiva sui sistemi di comunicazione peer-to-peer, come ad esempio Whatsapp, Telegram o Messenger, a danno della qualità del suo lavoro”. 

Veterly intende accompagnare in maniera più naturale possibile la trasformazione digitale del rapporto veterinario-clienti a vantaggio della salute degli animali. Migliorare la condizione professionale di coloro che svolgono attività ad alta intensità di capitale umano è peraltro anche uno dei SDG – Sustainable Development Goals definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite come strategia “per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti” e più precisamente il numero 8, target 8.2 che invita a “raggiungere livelli più elevati di produttività economica attraverso la diversificazione, l’aggiornamento tecnologico e l’innovazione, concentrandosi sui settori ad alto valore aggiunto e ad alta intensità di lavoro”.

E quello dell’assistenza agli animali domestici è di sicuro fra questi: basti pensare che tra il 2010 e il 2019 il mercato europeo dei prodotti e servizi per animali è quasi raddoppiato, andando a sfiorare i 20 miliardi di euro. I proprietari di animali oggi sono circa 85 milioni contro una presenza dei veterinari pari di 0.35 ogni 1000 abitanti. Le visite veterinarie, inoltre, sono il secondo servizio per il quale i proprietari di animali domestici ritengono che spenderanno maggiormente nei prossimi 6 mesi. 

“Molti di questi problemi possono essere risolti grazie all’adozione di soluzioni tecnologiche costruite su bisogni concreti, che è ciò a cui abbiamo lavorato negli ultimi 6 mesi, investendo come Studio i primi 100.000 euro su Veterly e lavorandoci in prima persona – aggiunge Alessandro Arrigo – L’indagine rappresenta solo uno degli strumenti che il nostro Startup Studio ha condotto al fine di validare l’idea della prima startup Veterly, alla cui guida troviamo una figura senior del panorama digital e una nota imprenditrice nel settore  “pet care”, Annalisa Mantovanelli, in qualità di co-founder. L’aumento di capitale è stato deliberato poiché Veterly ha sfondato la soglia di validazione in termini di pre-ordini raccolti dai veterinari, oltre 100 in meno di 1 mese, smaniosi di utilizzare l’iniziativa. Questo ci ha convinti, come Startup Bakery, a seguire il nostro investimento iniziale con ulteriori 200.000 dei 700.000 euro di obiettivo finale”.  

Veterly arriva dopo un dettagliato lavoro di analisi e validazione del progetto, condotto fianco a fianco con Startup Bakery e un gruppo selezionato di veterinari e relative realtà ambulatoriali e cliniche. 

“Non vediamo l’ora di partire con la piattaforma – ha aggiunto Annalisa Mantovanelli – I tanti preordini che ci sono già arrivati, a pochi giorni dalla messa online del sito https://veterly.com, confermano la bontà del lavoro condotto di concerto con tutto il team dello Studio rendendoci particolarmente soddisfatti e fiduciosi sui prossimi passi”. 

In media i veterinari riescono a portare a termine dalle 8 alle 12 visite al giorno per un massimo di 30 minuti ciascuna, che si tramutano in una sessione lavorativa retribuita di 4-6 ore. Il tempo restante è in media destinato alla comunicazione con i clienti e al disbrigo di attività logistico-amministrative. Il 59.5% dei veterinari auspica una riduzione del tempo speso a far fronte alla richieste dei clienti sui canali di comunicazione e l’81% vorrebbe veder riconosciuto il proprio valore professionale anche in questo tipo di attività “extra”. Se venisse ridotto anche solo del 50%, infatti, il veterinario sarebbe in grado di visitare fino a 2 animali in più al giorno, aumentando la disponibilità di slot prenotabili dai propri clienti.

Più di un veterinario su due considera la ricezione di foto e video su Whatsapp “un problema” che avviene “quotidianamente” secondo il 56% e “settimanalmente” per il 32%. Il 53% dei veterinari ritiene queste pratiche utili ai fini diagnostici e di monitoraggio dell’animale, il 72% ritiene siano utili a fidelizzare il cliente.

I proprietari di animali si dicono sempre più propensi a usare soluzioni tecnologiche: Il 59% ha inviato almeno una foto o un video al proprio veterinario nell’ultimo anno per un parere medico. Tra coloro che lo hanno fatto almeno una volta, la media è di 7,5 volte in un anno. Quasi il 78% vorrebbe poter continuare a farlo. Quasi il 90% è interessato a ricevere referti di esami via App. 

Tra coloro che vivono nelle grandi città e possiedono più di un animale,  l’interesse verso soluzioni innovative è più alta della media.

Per quanto risultino molto apprezzati dai propri clienti, con valutazione media dell’8,77 in una scala da 1 a 10, cresce la frustrazione dei veterinari poiché non vedono riconosciuta la loro professionalità e il loro tempo. Entrambe le figure ritengono la puntualità e la reperibilità due aspetti importanti e possibilmente da perfezionare.

Un uso variegato di software gestionali abbastanza datati, la consuetudine a usare ancora carta e penna e un livello molto basso di integrazione tecnologica caratterizzano una professione intrapresa più per passione che per il riconoscimento economico, spesso fonte di disorganizzazione e quindi stress.

Un veterinario su 2, inoltre, dichiara di fare tutto da sé senza colleghi o supporto con cui condividere parte del fardello amministrativo.

In media, il campione di veterinari sostiene di non ricevere il dovuto pagamento per circa il 5% delle prestazioni fornite. Il ritardo nei pagamenti delle parcelle è invece un problema che riguarda il 9% delle prestazioni. Solo l’8,3% dichiara di non aver mai ricevuto pagamenti in ritardo. Una larga maggioranza desidera soluzioni per riscuotere subito il pagamento o almeno inviare un sollecito in maniera automatica

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