In vista della Giornata mondiale delle api, che si festeggia il 20 maggio, prende il via “Ogni ape conta“, una nuova campagna per la protezione delle api e della biodiversità. “Ogni ape conta” è un’iniziativa scientifica su larga scala che per la prima volta coinvolge l’Università di Bologna, con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, insieme a Coop, in prima linea con le aziende agricole sue fornitrici, Conapi, l’impresa cooperativa di apicoltori più grande d’Italia e LifeGate.

Il progetto si concentrerà in particolare sulle api solitarie, le osmie, che non producono miele, ma svolgono un’opera fondamentale di impollinazione con un’efficacia che supera il 90% di fecondazione dei fiori visitati rispetto all’ape mellifera che ha un indice decisamente più basso. Si tratta di api gentili, molto meno conosciute delle altre, in grado di muoversi in un raggio di qualche decina di metri dal loro nido, molto più ridotto rispetto al chilometro e mezzo di raggio d’azione che può arrivare a raggiungere l’ape mellifera, ma ideali per fornire un’informazione complementare a quella dell’ape da miele sullo stato di salute del nostro ecosistema.

“L’ape mellifera è da sempre considerata un ottimo bioindicatore dello stato di salute del territorio: la novità di questo progetto è quella di integrare il lavoro delle api mellifere con quello delle osmie”, spiega Fabio Sgolastra, professore dell’Università di Bologna che partecipa al progetto. “Queste ultime, essendo solitarie, rappresentano meglio la stragrande maggioranza delle api, che al contrario di quello che molti credono, non vivono in società; il nostro obiettivo è quello di avere un quadro complessivo della qualità degli agro-ecosistemi per intraprendere strategie mirate e renderli il più possibili ‘amici delle api’”.

Per favorire la presenza delle api solitarie, nelle prime 36 aziende agricole che hanno aderito, sono stati posizionati 100 nidi costruiti con appositi criteri che li rendono luoghi privilegiati dalle osmie per nidificare. A queste si aggiungono altre 100 arnie con api mellifere e la collaborazione di apicoltori e agricoltori esperti impegnati nell’attività di monitoraggio, così da ottenere al termine della ricerca – che proseguirà per tre anni – un’informazione il più possibile completa sia sulla dinamica delle popolazioni delle osmie rilasciate che sulla presenza e il livello di pesticidi nel polline raccolto da entrambe le tipologie di api. I dati scaturiti da questi due “sistemi di monitoraggio” si integreranno tra loro per avere un quadro complessivo dello stato di salute del territorio.

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