La stagione riproduttiva del Grifone in Sardegna è ripartita sotto i migliori auspici. Nei giorni scorsi nell’entroterra bosano, in una località che non è opportuno identificare ulteriormente proprio per non attrarre i più curiosi, una coppia in età avanzata ha deposto il suo unico uovo in quella che considera la propria “nursery”: è infatti il quarto anno di seguito che i due esemplari utilizzano lo stesso nido, un lungo cornicione coperto su un’alta falesia. A fare la rilevazione è stato Alfonso Campus dell’associazione L’Altra Bosa, un gruppo di volontari e appassionati che partecipano alle attività di censimento e monitoraggio programmate nell’ambito di Life Safe for Vultures, il progetto destinato ad assicurare la sopravvivenza a lungo termine della popolazione del Grifone in Sardegna, di cui sono partner il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari in qualità di capofila insieme all’Agenzia Forestas, E-Distribuzione, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e la Vultures Conservation Foundation.

«Il rilevamento risale a due pomeriggi fa, durante la consueta attività di controllo del territorio», spiega l’attivista di L’Altra Bosa. «Di solito i Grifoni iniziano a deporre a metà gennaio e proseguono sino a febbraio – aggiunge Campus – con qualche coppia ritardataria a marzo». Ecco perché «questo è uno dei periodi più delicati del ciclo riproduttivo del grifone, che termina in agosto con l’involo dei giovani, e un disturbo sul sito riproduttivo potrebbe provocare l’allontanamento dell’adulto in cova, che se prolungato può essere fatale». Proprio per evitare rischi simili «vengono effettuati dei controlli da persone e organizzazioni autorizzate dall’assessorato regionale dell’Ambiente». Come certifica la fotografia scattata da Alfonso Campus in questa circostanza appoggiando il telefonino a un cannocchiale con ingrandimento variabile 20-60 x 80 di oculare, «i controlli vengono fatti a debita distanza, con attrezzature ottiche adeguate, e sono essenziali da un lato per scongiurare presenze che possano costituire elemento di disturbo e dall’altro per produrre documentazione visiva a corredo del monitoraggio».

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