Misurare le precipitazioni di una regione non è sufficiente a identificare adeguatamente gli stress idrici della vegetazione che la occupa. Il fabbisogno idrico delle piante o delle colture per mantenere i loro processi fisiologici dipende infatti da molte variabili meteorologiche e climatiche, tra cui la radiazione solare, la temperatura dell’aria, l’umidità relativa e la velocità del vento, oltre che dalle caratteristiche specifiche delle colture e dalle pratiche di coltivazione.

Per misurare l’adeguatezza delle precipitazioni nel soddisfare le esigenze idriche della vegetazione si utilizzano quindi indici di aridità, dati dal rapporto tra le precipitazioni annuali e l’evapotraspirazione della coltura di riferimento.

In un ambiente e in un clima globale in rapido cambiamento, queste metriche e i loro indici diventano una misura diretta e critica, uno strumento predittivo della tendenza e dell’entità dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulla biosfera terrestre, che avrà implicazioni per la crescita delle piante, lo sviluppo sostenibile e la stessa civiltà umana.

Le stime più aggiornate dell’evapotraspirazione potenziale e dell’indice di aridità per tutto il mondo sono state recentemente pubblicate da un team internazionale di scienziati sulla rivista Nature – Scientific Data. Il database presenta i valori degli indici per l’intero globo a una risoluzione spaziale molto elevata per il periodo 1970-2000 e pone le basi per realizzare proiezioni dell’aridità futura.

Antonio Trabucco, autore del CMCC, contribuisce al “Global Aridity Index and Potential Evapotranspiration Database” dal 2009, quando fu resa disponibile online la sua prima versione. La terza versione del database, pubblicata ora, apporta numerosi miglioramenti rispetto alle precedenti, grazie a metodi più complessi che descrivono l’effetto delle diverse variabili climatiche sui processi di evapotraspirazione e che si basano su un set di dati meteorologici più ricco, che utilizza l’ultima versione del database WorldClim 2.0.

Il database ha già dimostrato di essere un prezioso servizio pubblico a livello globale nelle sue versioni precedenti, che sono state scaricate quasi 50.000 volte e applicate a un’ampia gamma di discipline scientifiche, con quasi 1.500 citazioni. Gli argomenti dei lavori che citano il database spaziano da questioni ambientali globali come la siccità e gli incendi, alle migrazioni umane, alla pastorizia e alla desertificazione, all’ecologia e recupero della fauna selvatica, alla mortalità infantile e alla ricerca, anche epidemiologica, sulla salute umana e del bestiame, come gli effetti del controllo della malaria o del virus dell’Ebola in Africa.

Il Dr. Robert Zomer, primo autore dello studio e Presidential Fellow della Chinese Academy of Sciences al Center for Mountain Futures, ha dichiarato: “Questi set di dati si sono rivelati utili per un’ampia gamma di applicazioni, in particolare per quanto riguarda la gestione dell’acqua e la produzione agricola, ma anche per applicazioni socio-ecologiche e socio-economiche che riguardano lo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico e possono essere particolarmente utili per l’adattamento locale al cambiamento globale”.

“L’alta risoluzione del Global Aridity Index fornisce un grande potenziale per mappare i rischi climatici e ambientali” ha affermato il Prof. Jianchu Xu del Kunming Institute of Botany, principal scientist al World Agroforestry Center. L’alta risoluzione di questo lavoro consente infatti una descrizione più fine e mirata del fabbisogno idrico delle diverse regioni del mondo e della grande variabilità esistente all’interno delle stesse regioni, offrendo gli strumenti per  utilizzare al meglio le risorse e per una migliore pianificazione territoriale.

Il Dr. Antonio Trabucco della Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, sottolineando l’utilità di questa nuova, ultima versione, ha affermato: “Non solo sono migliorati i dati, ma la pubblicazione del codice sorgente utilizzato per sviluppare questa analisi la rende disponibile per applicazioni specifiche che possono utilizzare dati climatici locali, migliorati o aggiornati. In un clima che cambia, l’aridità tende ad aumentare, soprattutto nelle aree che già ne soffrono. Questo lavoro fornisce le basi per ulteriori studi che esploreranno le tendenze future dell’aridità e dell’evapotraspirazione potenziale.”  

Share Button