Incendi estremi in Europa e in America meridionale e settentrionale nel 2022
Il Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus stima che nel 2022 siano state prodotte a livello globale circa 1.455 megatonnellate di emissioni di carbonio a causa di incendi, boschivi e della vegetazione. Questo dato rientra nel calo costante delle emissioni totali globali legato alla diminuzione degli incendi nella savana tropicale. Tuttavia, gli scienziati di CAMS hanno monitorato anche diverse altre regioni del mondo, in particolare aree dell’Europa e dell’America meridionale, che sono state interessate da emissioni sostanzialmente elevate nel corso della stagione di picco degli incendi.
A tal proposito, Mark Parrington, Scienziato Senior di CAMS, ha commentato: “Il nostro monitoraggio degli incendi, boschivi e della vegetazione, in generale evidenzia che, su scala globale, le emissioni continuano a diminuire in relazione ai cambiamenti di uso del suolo e al calo degli incendi nella savana tropicale. Ciononostante, CAMS continua a identificare e monitorare anche un aumento significativo delle emissioni causate da incendi in diverse altre aree del mondo, dove condizioni più calde e secche portano a una maggiore infiammabilità della vegetazione”. Una descrizione più dettagliata del monitoraggio relativo allo scorso anno è disponibile in questo articolo: CAMS: il monitoraggio delle emissioni causate da incendi estremi nel 2022.
Le emissioni totali per incendi dell’Unione Europea e del Regno Unito tra il 1° giugno e il 31 agosto 2022 sono state le più elevate per questi mesi dall’estate del 2007. L’aumento della durata e dell’intensità delle ondate di calore durante l’estate, combinate con condizioni di siccità prolungate del continente europeo nel 2022, sono alcuni dei fattori che vi hanno maggiormente contribuito. L’aumento delle emissioni causate da incendi in Europa ha suscitato particolare preoccupazione in alcune aree della Francia, della Spagna e del Portogallo, dove le emissioni totali per lo stesso periodo sono state le più alte degli ultimi 20 anni, causando un degrado della qualità dell’aria locale.
Altre regioni che quest’anno sono state interessate da un aumento significativo delle emissioni dovute agli incendi sono state quelle dell’America settentrionale e meridionale. Tra gennaio e marzo, alcune aree del Paraguay e dell’Argentina hanno registrato un livello di emissioni causate da incendi da record per questo periodo dell’anno. Nei mesi di giugno e luglio, in Alaska e nei Territori del Nord-Ovest e dello Yukon del Canada si sono verificati incendi di grandi dimensioni e persistenti, che hanno provocato un trasporto di fumo verso il Circolo Polare Artico.
Nel frattempo, lo stato di Amazonas, in Brasile, ha registrato le più alte emissioni totali di incendi nel periodo tra luglio e agosto degli ultimi 20 anni.
Il Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus, implementato dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine per conto della Commissione europea e finanziato dall’Unione europea, ha monitorato gli incendi e le loro emissioni durante tutto l’anno, fornendo dati a tal proposito tramite il Global Fire Assimilation System. Questo sistema si avvale di osservazioni satellitari relative alla localizzazione degli incendi attivi e della Potenza Radiativa di Fuoco, una misura d’intensità degli incendi per stimare le emissioni di carbonio e di un’ampia gamma di inquinanti atmosferici presenti nel fumo, fornendo un set di dati ventennale.
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