Cani italiani sempre più anziani
Che gli italiani siano un popolo di anziani è cosa nota; meno noto ai più è che sia aumentata anche l’aspettativa di vita dei nostri amici a quattro zampe. Una corretta alimentazione, il giusto clima e uno stile di vita sano permettono a cani e padroni di vivere bene e più a lungo, ma la gestione di un cane anziano richiede importanti accortezze da adottare. I consigli giusti arrivano da amusi.
Quando un cane può essere considerato “anziano”? Per le taglie medio-piccole si considerano tali quando superano i 7 anni, mentre per le razze grandi-giganti basta superare i 6 anni di età. Durante l’invecchiamento del cane è normale che si inizino a presentare delle piccole disfunzioni a diversi livelli, proprio come accade per noi: affaticamento cognitivo e cardiaco, ma anche impoverimento delle funzioni articolare, digestiva e respiratoria.
Quel che è certo è che lo stile di vita e la composizione corporea del cane influiscono su come invecchia. Anche se cala la voglia di muoversi, bisogna mantenere le uscite quotidiane come quando era giovane e armarsi di pazienza. Si allungheranno i tempi della passeggiata, ma è giusto stimolarlo sia fisicamente sia mentalmente e fare tutto il possibile per mantenerlo attivo. Si deve inoltre cercare di prevenire il sovrappeso sin da giovane, controllando e mantenendo il suo peso forma, perché i cani anziani tendono ad accumulare massa grassa e perdere massa muscolare.
In un cane anziano il gusto e l’olfatto possono cambiare, e dobbiamo adottare alcuni accorgimenti nella dieta per la scelta dell’alimento: le parole chiave sono digeribilità e appetibilità. Se poi ci sono problemi dentali, come spesso accade, anche la scelta della texture diventa importante: meglio dare un cibo più morbido oppure bagnare le crocchette con acqua o brodo vegetale per ammorbidirle.
A livello di singoli nutrienti non dimentichiamo: i cani anziani, proprio come noi, hanno meno stimolo per la sete. Controlliamo sempre quanta acqua assumono nella giornata per evitare la disidratazione; il fabbisogno energetico cala naturalmente, diminuiamo quindi l’apporto calorico e preferiamo alimenti con proteine digeribili; anche per i cani distinguiamo i grassi buoni da quelli non. Sono ottimi gli Omega 3 presenti nel pesce, che hanno funzione antinfiammatoria, e trigliceridi a media catena contenuti nell’olio di cocco, che rappresentano una fonte di energia prontamente disponibile utilizzata per migliorare il metabolismo a livello cerebrale e quindi per la disfunzione cognitiva; gli antiossidanti sono da integrare nella dieta in quantità maggiore rispetto al fabbisogno per contrastare l’invecchiamento a livello cerebrale. Quindi largo a vitamina C presente nella frutta e vitamina E negli oli e semi vegetali, oltre a zinco, rame e manganese.
Non dimentichiamo che l’invecchiamento è un processo naturale, ma che purtroppo può portare all’insorgere di patologie. Meglio allora aumentare la frequenza del “check up” dal veterinario ogni 6 mesi e avere sempre un occhio di riguardo. In caso di problematiche articolari, l’esercizio fisico deve essere ricalibrato insieme a un esperto, così come la dieta va tarata sulle esigenze e bisogni del singolo cane se ci sono problemi concomitanti, ad esempio malattie renali croniche, e bisogna sempre valutare la condizione corporea del proprio pet.
Teniamo monitorato il peso e affidiamoci al veterinario per la diminuzione del cibo così da mantenere coperti tutti i suoi fabbisogni. Può essere utile inserire la fibra nella dieta dei cani anziani se hanno problematiche intestinali, aiutando a controllare la glicemia e contrastando l’insorgere del diabete.
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