Presentato il 22 maggio, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, il National Biodiversity Future Center, il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, che sarà coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche.

L’evento di presentazione, compreso nelle celebrazioni del Centenario dell’Ente, si è articolato in due momenti: la mattina nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano, alla presenza, tra gli altri, della Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, del Presidente di NBFC Luigi Fiorentino; del Comandante del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri Antonio Pietro Marzo e l’Assessore alla Cultura Roma Capitale Miguel Gotor. La Vicepresidente della Camera dei Deputati, Anna Ascani, ha mandato un videomessaggio di saluto; il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha mandato un messaggio letto in Sala. Il pomeriggio, i lavori sono proseguiti presso la sede centrale del Cnr con il kick off meeting del Centro.

Con NBFC, parte dall’Italia un messaggio concreto per promuovere la gestione sostenibile della biodiversità, che svolge un ruolo cruciale nel funzionamento di tutti gli ecosistemi del Pianeta ed è alla base della vita sulla Terra, con un impatto diretto sul benessere della collettività e del singolo. La varietà biologicain tutte le sue forme, dai microbi alle piante e agli animali, fino alla specie umana con le sue diversità culturali, è nel Mediterraneo un patrimonio ancor più prezioso, visto che nel nostro Paese è concentrata una diversità biologica tra le più significative di tutta l’Europa, con 60.000 specie animali, 10.000 piante vascolari e oltre 130 ecosistemi.

Per studiare e tutelare questa ricchezza nasce NBFC, il primo Centro nazionale di ricerca dedicato alla biodiversità. Istituito e finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, NBFC è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera. Promosso dal Cnr insieme a 49 partner, tra università, centri di ricerca, fondazioni e imprese, ha la sua sede centrale a Palermo. Per questo progetto è previsto un finanziamento di 320 milioni di euro per tre anni, dal 2023 al 2025, e il coinvolgimento di 2000 ricercatori, la metà dei quali sono donne. I bandi rivolti all’esterno del network coinvolgeranno poi una moltitudine di altri soggetti, nel segno della massima inclusività.

“Il National Biodiversity Future Center coordinato dal Cnr, contribuisce a monitorare, preservare e ripristinare gli ecosistemi terrestri, marini e urbani della Penisola e del Mediterraneo, aiutando a valorizzare la biodiversità e a renderla un elemento centrale su cui fondare lo sviluppo sostenibile”, ha dichiarato la Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Maria Chiara Carrozza. “Un’attività che assume una rilevanza strategica nell’ottica di contribuire a raggiungere i traguardi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, in particolare per quanto riguarda la riduzione della perdita di biodiversità e la conservazione, il ripristino e il corretto utilizzo degli ecosistemi”.

“NBFC è stato concepito seguendo il modello Hub &Spoke, un sistema di gestione e sviluppo delle reti nel quale le connessioni si realizzano dallo spoke verso l’hub e viceversa”, ha aggiunto il Presidente di NBFC, Luigi Fiorentino. “Dall’hub centrale, con sede presso l’Università degli Studi di Palermo, si dipartono così 8 raggi dedicati alle problematiche legate al mare, alla terra e acqua dolce, alle aree urbane e alle ricadute sulla società, ciascuno dei quali comprende diversi partner affiliati. Ogni area di interesse prevede due nodi incaricati del monitoraggio dell’ambiente e dello studio di soluzioni, affidate al Cnr e alle più prestigiose Università italiane”.

Una grande comunità che metterà a sistema tutte le ricerche italiane sulla biodiversità e le istituzioni già impegnate sul territorio, rendendole un obiettivo strategico del Paese e lasciando in eredità, nel 2026, progetti che possano proseguire autonomamente. Attraverso questa rete nazionale estesa di università, centri di ricerca, associazioni e altri soggetti privati ​​e sociali, il Consorzio avrà la possibilità di intraprendere azioni concrete, efficaci e immediate per arrestare la perdita di biodiversità, contribuendo a perseguire l’obiettivo di proteggere il 30% del territorio italiano entro il 2030, come chiede l’Unione Europea, e promuovendo, nella scienza e nella politica, i processi di conservazione, ripristino e valorizzazione nella biodiversità. Saranno create reti di collegamento tra la comunità scientifica, le amministrazioni nazionali e locali, il mondo imprenditoriale e i territori. Saranno sviluppate nuove tecnologie per migliorare la ricerca, creando nuove opportunità di lavoro e formando, come prevede il Pnrr, una nuova classe di ricercatori, cioè gli scienziati di domani.

Come eredità principale dell’NBFC, sarà istituito il Biodiversity Science Gateway: una grande infrastruttura virtuale, che si appoggerà ad alcune sedi fisiche in Italia e alla nave oceanografica “Gaia Blu” del Cnr, con il compito di trasformare la ricerca scientifica in conoscenza diffusa e in realtà aziendali innovative: una struttura che sarà al tempo stesso uno strumento per l’educazione e l’innovazione e un luogo nel quale condividere risultati di ricerca con la società e il mercato. Tutti i dati scientifici raccolti dal NBFC, e organizzati attorno a 4 piattaforme tematiche, saranno infatti resi disponibili alla comunità scientifica in open access. Tra i compiti di questo portale c’è quello di sensibilizzare sul problema della biodiversità a livello planetario, nell’area mediterranea e sul territorio italiano, ma anche raccontare storie emblematiche e specifiche del territorio​, offrire consulenze, sfruttare le biodiversità in modo sostenibile e utilizzare concretamente tutto ciò che sarà prodotto dagli spoke del NBFC nei prossimi tre anni​, con l’obiettivo di riuscire ad autofinanziarsi e autosostenersi.

In tale quadro, il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica e il Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno recentemente sottoscritto un Accordo quadro di collaborazione scientifica per attività di monitoraggio, ricerca, formazione e divulgazione nei settori di interesse comune presso la Tenuta presidenziale di Castelporziano, un sito di particolare interesse conservazionistico: non a caso, proprio quiè stata resa nota, un anno fa, la “Carta per l’educazione alla Biodiversità”, strumento che esorta la società civile, la scuola e le istituzioni tutte a un impegno attivo per la diffusione di una cultura della sostenibilità.

Durante la mattinata, inoltre, una rappresentanza di 70 studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado è stata coinvolta nell’evento parallelo “Biodiversità, patrimonio del domani”, con attività scientifico-divulgative a cura dell’Unità Comunicazione del Cnr in collaborazione con ricercatrici e ricercatori dell’Ente coinvolti nel network nazionale “Il Linguaggio della Ricerca”.Gli studenti hanno ricevuto il “patentino di testimoni della biodiversità” e una capsula del tempo contenente alcuni semi da proteggere, quale promessa per il futuro, all’interno della quale hanno inserito un messaggio per i posteri: è stata consegnata a un rappresentante della Tenuta di Castelporziano, con preghiera di custodia.

La giornata è proseguita, nel pomeriggio, presso la sede centrale del Cnr, con il kick off meeting scientifico rivolto a tutti i ricercatori e le ricercatrici coinvolti nel Centro, anch’esso trasmesso in diretta streaming sui canali ufficiali dell’Ente.

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