Cane anziano: come prendersene cura nel modo più corretto
Chiunque abbia un cane sa quanto è importante la sua presenza, tanto da non riuscire a sopportare il pensiero che prima o poi verrà a mancare. Fortunatamente, però, negli ultimi decenni l’aspettativa di vita degli animali da compagnia è aumentata grazie ai progressi fatti nella medicina, nella nutrizione, nello stile di vita e nella prevenzione.
Seppure si sia allungata in generale la vita dei nostri cani, sappiamo che per loro, tutto è più rapido: i cuccioli dei cani e dei gatti sono molto precoci, praticamente già indipendenti a pochi mesi; puberi, con le differenze legate alla razza e all’età, che nella maggior parte dei casi si aggira intorno ai 6-10 mesi di vita, maturi sessualmente con un picco di fertilità intorno ai 2 anni e una vecchiaia per noi umani che potrebbe apparire precoce e che vorremmo non arrivasse mai. Come possiamo aiutare il nostro cane a stare in salute nella vita di tutti i giorni? Servono dei miracoli o tutti noi amanti degli animali siamo in grado di garantire al nostro cane anziano una piacevole vecchiaia?
Consapevoli che l’invecchiamento è una fase naturale della vita e che non rappresenta di per sé una malattia, MYLAV ha pensato di fare luce su tutti gli aspetti che riguardano l’età avanzata nei cani, con il prezioso contributo del Dottor Isidoro Grillo, medico veterinario di MYLAV ed esperto in medicina generale.
Non vi è una risposta univoca a questa domanda perché dipende da molti fattori, partendo dalla taglia: in generale, gli esemplari piccoli sono più longevi e vivono dai 15 a 18 anni, mentre quelli di taglia media arrivano a 13-14 anni ed i soggetti di taglia grande o gigante raggiungonouna vita media più breve di 9-11 anni. Generalmente un cane può essere considerato indicativamente maturo dopo i 7 anni di età e anziano dopo gli 11.
Un secondo aspetto che condiziona di molto la longevità di un cane è la sua razza. Uno studio condotto nel Regno Unito ha rivelato che l’aspettativa media di un cane di razza è di 11,2 anni, identificando, ad esempio il Jack Russell quale razza con un’aspettativa media di vita di 12,7 anni, lo Spring Spaniel con 11,92 anni, il Bulldog Francese con soli 4,5 anni poiché di razza brachicefala con le minori aspettative di vita.
Tra i gruppi di razze quello dei Terrier è risultato vincente con una media di 12 anni, seguito dal gruppo dei pastori, dei segugi e dei cani da compagnia e cani utility.
Tra i maschi e le femmine, invece, chi vive di più? Sempre nello stesso studio, le aspettative legate al sesso, vedono le femmine essere più longeve in media rispetto ai maschi.
I principali effetti della vecchiaia nei cani si dividono in due aree: gli effetti fisici e gli effetti metabolici. Con l’invecchiamento, infatti, il cane avrà meno voglia di muoversi e anche il metabolismo sarà più lento. Si dovrà quindi diminuire il fabbisogno calorico per evitare problemi legati al peso eccessivo poiché la percentuale di grasso aumenta con il passare degli anni. L’obesità aumenta il rischio di patologie cardiache, l’aggravamento dell’osteoartrite, il diabete mellito.
È inoltre importante garantire al cane il giusto movimento perché la vecchiaia porta inevitabilmente a una perdita di massa muscolare, ossea e cartilaginea, tenendo però sempre ben presente che passeggiate e corse non devono essere praticate in modo eccessivo. Passeggiate quotidiane, ad un ritmo lento, sono invece perfette per mantenere il nostro cane anziano in salute e in forma.
È normale che un cane anziano possa tendere ad ingrassare a causa del rallentamento del metabolismo; ad essere disorientato per minori capacità visive, uditive e cognitive. Alcuni cani possono essere più freddolosi o più sofferenti il caldo per una perdita di ottimizzazione della termoregolazione o avere pelo e cute non più così belli come da giovane.
Durante la vecchiaia del cane alcune malattie si sviluppano con più frequenza proprio perché più l’età avanza e più sarà difficile riuscire a difendersi dalle infezioni, così come avviene per gli umani. Patologie del cavo orale come le parodontiti possono dare dolore e rendere più problematica l’alimentazione soprattutto di cibo più difficile da masticare.
Condizioni croniche che inducono insufficienze e disfunzioni di organi come i reni, il fegato o il cuore rientrano tra le principali malattie del cane anziano. Queste ultime possono manifestarsi con sintomi molto variabili come la diminuzione dell’appetito, l’abbattimento emotivo, l’eccessivo dimagrimento, ma anche l’aumento della sete, la difficoltà respiratoria, l’aumento di volume dell’addome e la tosse continua. La principale causa di decesso nei cani anziani è data anche dalle malattie oncologiche, molto comuni quelle che colpiscono il sistema linfatico, il sangue, i polmoni, il fegato e il cavo orale.
“Rispetto a un animale giovane o adulto, lo stato di salute di un animale anziano può variare anche molto velocemente ed ecco perché è opportuno fare dei controlli periodici almeno ogni sei mesi, soprattutto quando il cane supera i 7 anni di età – afferma il Dott. Isidoro Grillo di MYLAV – Come Pet Lover, è bene prestare poi particolare attenzione nei confronti di eventuali cambiamenti del comportamento, del peso, delle feci o delle urine del proprio cane. Segnalare le alterazioni sospette al proprio Medico Veterinario dà la possibilità di intervenire per tempo e ottenere diagnosi precoci senza le quali diventerebbe sempre più complesso trovare una cura.”
L’alimentazioneè sicuramente uno dei fattori più importanti da tenere sotto controllo perchè una dieta bilanciata, con ingredienti controllati e più facilmente metabolizzabili, completa e appetibile permette di prolungare la vita del nostro cane, andando a migliorare il benessere e a stimolare quegli apparati che, proprio per l’età, fanno più fatica a svolgere le loro funzioni. Le diete degli animali anziani devono essere regolate per mantenere una linea corretta nel cane senza che dimagrisca o prenda troppo peso e definite tenendo conto della qualità e della digeribilità dei principi nutritivi.
Quali i controlli fare, chiediamo al Dott. Isidoro Grillo di MYLAV, ai soggetti meno giovani per cogliere sul nascere problemi che possono interferire sulla longevità dei nostri animali?
Effettuare esami del sangue, delle urine e delle feci almeno una volta l’anno, al fine di intercettare segni patologici in soggetti apparentemente sani; valutare insieme al proprio medico veterinario la pianificazione di controlli regolari del cuore, con elettrocardiogramma ed ecografia, per individuare precocemente eventuali piccole alterazioni ed intervenire il prima possibile con una valida terapia che ne rallenti la progressione; osservare e riferire ponendo attenzione ai possibili segni di disagio o dolorabilità.
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