La risalita dell’acqua salata verso l’entroterra minaccia l’agricoltura costiera globale
L’agricoltura costiera riveste un ruolo fondamentale per la produzione alimentare globale. Molti sistemi agricoli costieri si trovano nei grandi delta fluviali, aree densamente abitate e coltivate. Oltre alla loro importanza economica, queste zone hanno un elevato valore naturalistico e socio-culturale, tanto che numerose aree agricole costiere sono protette da iniziative dell’ONU come siti UNESCO o Sistemi del Patrimonio Agricolo di Rilevanza Globale della FAO. Tuttavia, l’agricoltura costiera è sempre più minacciata dall’intrusione del cuneo salino, un fenomeno di risalita dell’acqua salata verso l’entroterra, sia in superficie che nel sottosuolo, che porta a scarsità di acqua dolce, salinizzazione del suolo, perdita di fertilità e danni alle colture. I cambiamenti climatici in atto, insieme alle numerose pressioni antropiche che agiscono sull’agricoltura costiera, possono seriamente minacciare la sicurezza alimentare di queste zone e non solo, poiché proprio nelle aree costiere sono situati alcuni dei principali “granai” a livello mondiale, come i delta del Nilo, del Mekong o del Gange-Brahmaputra-Meghna.
Nonostante la rilevanza del fenomeno a livello mondiale, manca una visione globale d’insieme sull’impatto dell’intrusione del cuneo salino sull’agricoltura costiera. Questa lacuna rende difficile confrontare diverse regioni, identificare aree con dati scientifici sufficienti e progettare misure di
adattamento mirate.
Il recente articolo Global impact of seawater intrusion on coastal agriculture, pubblicato su «Environmental Research Letters» da Aurora Ghirardelli, Eugenio Straffelini, Edward Park, Vincenzo D’Agostino, Roberta Masin e Paolo Tarolli, cerca di approfondire questo tema, analizzando, a scala globale, le principali cause e gli hotspot noti, ed effettuando una stima dell’area agricola mondiale potenzialmente affetta da risalita del cuneo salino.
«I principali hotspot documentati includono il Mediterraneo, il Subcontinente Indiano, il Sud- Est asiatico, e la regione del Mar di Bohai in Cina. I fattori scatenanti includono l’innalzamento del livello del mare, la siccità, l’eccessivo prelievo dalle falde acquifere, e le alterazioni ai letti fluviali – spiega Paolo Tarolli. Abbiamo inoltre prodotto una mappa globale dei terreni agricoli vulnerabili all’intrusione del cuneo salino a causa della bassa altitudine e della vicinanza alla costa. Abbiamo stimato circa 87 milioni di ettari di terreni comprese aree in cui la risalita del cuneo salino non è ancora stata documentata nella letteratura scientifica».
Lo studio è basato su una estesa literature review e sull’utilizzo di dati satellitari e territoriali open-access, analizzati tramite la piattaforma online Google Earth Engine, che rendono la metodologia interamente replicabile.
«Il degrado dei suoli causato dalla salinizzazione potrà portare come conseguenza l’abbandono dei terreni coltivati e migrazioni di massa verso aree più sicure. Le proiezioni dell’innalzamento del livello del mare indicano il Nord America, il subcontinente indiano e il Sud-Est asiatico come ad alto rischio per la risalita del cuneo salino – dice Aurora Ghirardelli -. Inoltre, regioni come il Sud-Est asiatico, il subcontinente indiano e il Golfo di Guinea sperimenteranno una crescita demografica significativa nelle aree costiere.»
Comprendere le dinamiche attuali e future della risalita del cuneo salino è cruciale per progettare strategie di mitigazione e adattamento efficaci nell’agricoltura costiera, al fine di supportare l’approvvigionamento alimentare.
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