Si consolida ancora la produzione di mangimi in Italia. Nel 2019 il settore ha fatto registrare un nuovo aumento dell’output di oltre l’1%, superando abbondantemente quota 14,6 milioni di tonnellate di prodotto. Lo stato di salute del comparto, il primo anello della filiera agro-alimentare-zootecnica, è confermato anche dal rafforzamento degli investimenti fissi lordi, saliti a 110 milioni di euro, e dal miglioramento della bilancia commerciale. Sono alcuni dei dati relativi ai principali indicatori economici dell’industria italiana di alimenti composti resi noti da ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici, in occasione della sua assemblea annuale il 24 giugno a Roma. L’evento si è svolto, sotto la presidenza di Marcello Veronesi, in videoconferenza nel rispetto delle disposizioni anti-CoVid-19.
“Siamo reduci da un periodo eccezionale di emergenza sanitaria che si è trasformata in una crisi economica dalle rilevanti ripercussioni sul settore agroalimentare – ricorda Veronesi. Una circostanza di fronte alla quale l’industria mangimistica si è presentata con una situazione solida, come dimostrano i dati relativi alla produzione, agli investimenti e al fatturato del 2019. Pur se con preoccupazione, ciò ha permesso ai nostri associati di poter affrontare con resilienza l’ennesima sfida posta dal mercato, a seguito della grave straordinarietà imposta dalla pandemia, dimostrando ancora una volta l’indispensabile ruolo che la mangimistica occupa nella filiera agro-zootecnica-alimentare italiana”.
Negli ultimi anni la produzione di mangimi è risultata in costante aumento. Le stime per il 2019 indicano un livello produttivo di 14.659.000 tonnellate con un incremento dell’1,3% rispetto alle 14.475.000 tonnellate dell’anno precedente. L’industria ha raggiunto un fatturato complessivo di 7,575 miliardi di euro. Di questi 5,135 mld derivano dai mangimi composti, 835 milioni dalle premiscele e 1,6 mld dal pet-food. Tutti indicatori in crescita rispetto al valore registrato nel 2018.
Nel 2019 le imprese del settore mangimistico italiano hanno aumentato gli acquisti di capitale portando il livello degli investimenti fissi lordi da 105 a 110 milioni di euro. Stabile il numero degli occupati, una platea di 8.000 lavoratori, e del costo del lavoro.
L’Italia, infine, ha reso ancora più solida la sua presenza sui mercati internazionali di alimenti per animali. La tendenza espansiva, avviata ormai circa dieci anni fa, è proseguita anche nel 2019 con un incremento delle esportazioni che supera il 4% e un calo dell’1,4% delle importazioni. Questo ha portato a un’importante contrazione del saldo commerciale estero di ben 41 milioni di euro, passando da -116 a -75 milioni di euro.

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