Come è cambiata la qualità dell’aria durante e dopo il lockdown
In risposta alle misure restrittive contro la pandemia di Covid-19, Dyson ha fornito a nove persone in otto città del mondo uno zaino dotato di tecnologia di rilevamento della qualità dell’aria, per comprendere l’impatto del lockdown sull’esposizione dei singoli individui all’inquinamento atmosferico. Fra i partecipanti si annoverano la giornalista Cristina Gabetti, esperta in sostenibilità e innovazione, per l’Italia, Alex George di A&E e TV Doctor a Londra, il giornalista esperto di tecnologia Bobby Tonelli a Singapore e la Master Trainer di Nike Jennifer Lau a Toronto.
Basato su una rielaborazione della tecnologia già utilizzata nei purificatori d’aria Dyson, lo zaino funge da dispositivo portatile di misurazione dell’aria. Dotato di sensori integrati, batteria e GPS, è in grado di rilevare l’inquinamento atmosferico durante gli spostamenti di chi lo indossa.
Cristina Gabetti ha condotto le misurazioni – nel rispetto delle restrizioni – durante e dopo il lockdown tra la scorsa primavera e l’autunno, nella città di Milano. Rilevazioni che offrono un quadro personale dell’esposizione all’inquinamento, dato dall’indossabilità del dispositivo, che ha accompagnato Cristina nella sua routine quotidiana.
Ai partecipanti è stato chiesto di portare con sé lo zaino in ogni spostamento essenziale motivato durante il periodo di lockdown fra aprile e giugno: al supermercato, nel tragitto casa-lavoro o per gli allenamenti quotidiani. Gli stessi percorsi sono stati ripetuti dai partecipanti una volta revocati i blocchi cittadini, il che ha permesso di confrontare i livelli di esposizione all’inquinamento fra il periodo di lockdown e quello successivo.
I dati raccolti all’esterno sono stati analizzati insieme a quelli della rete di sensori sulla qualità dell’aria negli spazi aperti.
I risultati sulla qualità dell’aria raccolti dallo zaino Dyson rivelano un aumento dell’esposizione alle emissioni di Biossido di Azoto nel periodo successivo al lockdown, con Milano che ha registrato una crescita del 100% rispetto al lockdown. Uno dei maggiori responsabili dei livelli di NO2 nelle città è il traffico, il che sottolinea l’effetto di un aumento dei veicoli in circolazione una volta revocate le misure restrittive. Durante il lockdown, infatti, erano stati rilevati livelli di NO2 di gran lunga inferiori, con le immagini dei satelliti dell’Agenzia spaziale europea che avevano mostrato una riduzione significativa in tutto il mondo. Questo conferma l’impatto che le variazioni in termini di inquinamento cittadino può avere sull’esposizione individuale e perché la sensibilizzazione e la consapevolezza su questo problema sono così importanti.
Aspetto interessante: i dati rilevati dallo zaino all’esterno hanno mostrato un trend in calo per le particelle di PM2.5 a Milano che, come mostra il grafico sotto, rappresenta la città con la diminuzione piu consistente di queste particelle ultrasottili tipiche delle emissioni industriali e molto presenti nelle nostre citta’, spesso associate agli impianti di riscaldamento e piu in generale, da processi di combustione.
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