Esami del sangue per i nostri amici a quattro zampe: cosa bisogna sapere
Il ricorso agli esami di laboratorio è diventata una prassi ormai assodata in medicina umana. Chi infatti non si è mai sottoposto ad un prelievo del sangue per controllare valori come la glicemia o il colesterolo? Nell’uomo, una buona parte delle patologie conosciute necessita di esami di laboratorio, più o meno complessi, per poter essere diagnosticate con certezza. E nei nostri animali da compagnia? Qual è la situazione attuale? E quale orizzonte è possibile delineare?
“In ambito veterinario laboratoristico si è assistito, negli ultimi venti o trent’anni, ad una vera e propria esplosione degli esami da laboratorio in particolare negli animali da affezione, cosa non sorprendente perché i nostri animali domestici sono ormai entrati a far parte delle nostre famiglie e sono considerati a tutti gli effetti membri aggiuntivi del nucleo familiare e come tali godono dei privilegi sanitari che un tempo erano destinati solo agli esseri umani; per questa ragione ogni anno assistiamo a sempre più richieste di esami di laboratorio necessari a valutare lo stato di salute dei nostri amici a quattro zampe“ raccontano gli esperti di MYLAV.
Per gli animali si usano strumentazioni e apparecchiature molto simili, se non identiche, a quelle utilizzate in medicina umana, però adattate e tarate specificamente per gli animali. Le varie specie animali presentano infatti caratteristiche fisiologiche specifiche che devono essere tenute in debita considerazione. Ad esempio, i globuli rossi del gatto o del cane hanno delle dimensioni completamente differenti rispetto a quelli dell’essere umano per cui, per poterli misurare, gli strumenti utilizzati per l’uomo devono essere adattati sulla base di queste specifiche caratteristiche. È possibile comunque affermare che il tipo di esami che si possono fare agli animali è a grandi linee lo stesso degli umani.
Il primo è sicuramente l’emocromocitometrico, meglio conosciuto come semplice emocromo, che permette di valutare la composizione delle cellule del sangue e la concentrazione dell’emoglobina. Vi è poi la biochimica clinica, che permette di misurare la concentrazione di sostanze chimiche molto importanti per valutare lo stato di salute dell’uomo e degli animali stessi, ad esempio la glicemia, l’azotemia, il colesterolo, gli enzimi epatici, gli elettroliti, molti ormoni e vitamine e così via.
Ancora, vi è l’esame delle urine che permette, ad esempio, di fare esami colturali microbiologici per ricercare le infezioni urinarie. Infine, vi è l’analisi del dosaggio di farmaci ed ormoni durante le terapie, necessaria per monitorare i trattamenti terapeutici in corso, come ad esempio la fenobarbitalemia nei pazienti in cura per l’epilessia o il monitoraggio degli ormoni tiroidei nei pazienti che assumono farmaci per il controllo dell’ipertiroidismo, tipico del gatto, o dell’ipotiroidismo che è comune invece nel cane.
“A questo primo elenco si aggiungono poi gli esami di laboratorio più specialistici di biologia molecolare, microbiologia, biopsie citologiche istologiche e così via. Più in generale possiamo affermare che quasi tutto quello che viene fatto nei laboratori degli ospedali umani possiamo ormai farlo anche nei laboratori veterinari più attrezzati e all’avanguardia. Insomma, possiamo dire che ormai quasi tutto quello che viene fatto nell’uomo, potenzialmente può essere eseguito anche sui nostri pet.”
Il fatto, però, di disporre delle stesse tecnologie disponibili per l’essere umano non è sufficiente per consentire alla medicina veterinaria tutte le potenzialità che oggi sono attuali nella medicina umana, prima di tutto perché il bagaglio di conoscenze nell’ambito della medicina veterinaria non può essere paragonato a quello della medicina umana. Quest’ultima, infatti, ha una solida base costruita su secoli di ricerche in ogni parte del mondo e su miliardi di pazienti. La medicina veterinaria moderna è molto più giovane ed è infatti solo dagli anni settanta – ottanta che ha iniziato ad approcciarsi alla stessa metodologia che è alla base di quella umana. “Insomma, anche se in parte lo stiamo recuperando, siamo partiti con un bel po’ di svantaggio.”
In secondo luogo, le conoscenze tecnologiche utilizzate sull’uomo prima di essere utilizzate sugli animali devono essere sempre adattate e riverificate: non è infatti detto che un marker di laboratorio utilizzabile nell’essere umano sia valido allo stesso modo nel cane o nel gatto. E tali verifiche possono richiedere anni e sforzi non indifferenti per poter testare i vari esami disponibili e verificare che questi siano effettivamente utili anche per gli animali.
“Esami del sangue e tamponi, a volte sofisticati, per i nostri amici a quattro zampe potrebbero spaventare i padroni dal punto di vista economico, poiché – non esistendo la mutua in ambito veterinario – i costi a volte sono significativi. Dobbiamo ricordarci però che è sempre meglio spendere in prevenzione e controlli; i costi nel momento in cui vi è una malattia o una problematica, infatti, sono di gran lunga superiori e possono incidere sulle tasche dei proprietari molto più della semplice spesa per un esame di laboratorio. Oltre a questo, è importante ricordare anche che esistono dei pacchetti assicurativi che permettono di andare incontro e aiutare i proprietari di amici a quattro zampe, insomma, non bisogna mai lasciarsi scoraggiare dal costo di una visita o di un esame. Del resto, cani e gatti sono diventati ormai parte integrante della famiglia e così come non si negherebbe mai una visita a un figlio o a un genitore è importante fare lo stesso anche per i nostri quadrupedi, che sapranno ben ricompensarci in amore e affetto incondizionato” concludono gli esperti di MYLAV.
Lascia un commento