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Un percorso avviato ormai da 8 anni, che nel tempo ha recato benefici ad oltre 400 ospiti, tra la RSA per anziani e la RSD per disabili. Si tratta dell’”Attività Assistita con i cani”, nota anche come “Pet Therapy”, al Centro “S. Maria alle Fonti” di Salice Terme (Pv) della Fondazione Don Gnocchi.
«Grazie al lavoro in sinergia tra la coadiutrice Rossella Davia e il fisioterapista addetto, ma soprattutto grazie alla presenza di tre simpatici cagnolini Frisee, Kalimba e Rodrigo – spiegano gli operatori della Residenza Sanitaria Assistenziale e della Residenza Sanitaria Disabili -, questa attività vede coinvolti ogni settimana i nostri ospiti, suddivisi in piccoli e grandi gruppi o individualmente, a seconda dei bisogni di ciascun paziente. Ed è proprio a seconda della tipologia di ospite che l’attività viene di volta in volta declinata, andando a rispondere a bisogni legati alla sfera socio relazionale e ludica, nonché cognitiva e infine motoria».

Dal gioco all’esercizio, dalla carezza al dar da bere all’animale, dalla passeggiata al guinzaglio alla rievocazione di ricordi, il cane diventa una sorta “ponte” nella relazione fra ospite e operatore, stabilendo un legame affettivo in grado di protrarsi nel tempo e di restituire benessere e capacità di autoregolazione emotiva. Nel contempo, favorisce la tenuta dell’attenzione, la comunicazione verbale e non verbale, il compimento di piccoli gesti motori finalizzati e la motricità fine da parte degli ospiti*».

L’attività si è rivelata particolarmente utile ed efficace nella stimolazione anche degli ospiti in stato di minima coscienza: per mezzo di azioni guidate dall’operatore, il cane entra infatti in contatto con l’ospite attraverso canali che lo coinvolgono e lo stimolano sul piano multisensoriale, riuscendo a migliorarne sensibilmente la reattività agli stimoli dell’ambiente circostante e favorendo una sensazione di benessere e relax.
«In questo senso – continuano gli operatori -, è significativa l’esperienza con un ospite entrato nella nostra struttura l’anno scorso. All’ingresso era allettato e afasico a causa di un grave ictus, apriva gli occhi solo se stimolato più volte, il suo sguardo sembrava fisso e perso nel vuoto e non era in grado di compiere ordini semplici né di muovere gli arti con un movimento specifico e finalizzato. Poi ha iniziato a svolgere l’attività assistita con i cani in modalità individuale e fin dai primi incontri ha manifestato una predilezione per Rodrigo. Il suo sguardo è cambiato: è apparso via via più presente e chiaramente più focalizzato. Di settimana in settimana, l’ospite ha iniziato a osservare i movimenti di Rodrigo, seguendolo con lo sguardo. Ad oggi, a distanza di pochi mesi, accarezza autonomamente il cane, lo pettina e con l’aiuto dell’operatore gli versa l’acqua nella ciotola».

Da questa attività, l’ospite sta traendo giovamento anche sotto l’aspetto relazionale: l’espressività del suo volto, da assente che era, è oggi maggiormente presente e attenta, addirittura capace di mostrare alcune emozioni e regalare dei sorrisi. Significativa risulta anche l’interazione positiva che l’ospite ha iniziato a mostrare durante l’attività con i cani nei confronti dell’operatore e del coadiutore, attraverso lo sguardo attento e una mimica facciale coerente alla sollecitazione relazionale, per tempistiche di volta in volta più lunghe.
«Si tratta di progressi molto rapidi e inaspettati quelli che questa persona è stata in grado di mostrarci – concludono gli operatori di Salice -. Progressi che fanno tutt’uno con gesti, emozioni, abilità cognitive e motorie conservate giorno dopo giorno da parte dei nostri ospiti grazie alle attività con questi piccoli animali. Ed è alla luce di questi otto anni che possiamo affermare quanto il cane, sapientemente guidato da un professionista in un setting di cura adeguato, possa favorire il risveglio della percezione di sé nella sua globalità, attraverso il movimento e le emozioni».

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