Il 28 ssettembre è la Giornata Mondiale della Rabbia, nella data in cui ricorre l’anniversario della morte di Louis Pasteur che sviluppò il primo vaccino contro la rabbia, gettandone le basi per la prevenzione. La Global Alliance for Rabies Control ha scelto il tema “Rabbia: Facts, not Fear” per la Giornata Mondiale della Rabbia 2021, un concetto che Boehringer Ingelheim sostiene pienamente attraverso attività di lungo termine. Boehringer Ingelheim promuove la formazione e la conoscenza di questa malattia e allo stesso tempo si impegna nello sviluppo e fornitura di vaccini salvavita.

“La rabbia è una malattia ad esito fatale presente in tutto il mondo”-. Dichiara Paola Dall’Ara, docente docente di malattie infettive alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano -“Nei Paesi in via di sviluppo dove il randagismo canino è ancora molto diffuso, circa il 99% dei casi di rabbia umana è conseguente al morso di un cane infetto. Nella maggior parte dei Paesi industrializzati, la rabbia è tenuta sotto controllo mediante vaccinazione orale degli animali selvatici e parenterale degli animali domestici. In alcuni Paesi, la vaccinazione antirabbica viene richiesta dalla normativa vigente, mentre in altri, come ad esempio in Europa, è necessaria per la movimentazione internazionale degli animali da compagnia e viene condotta con ottimi vaccini efficaci e sicuri. La rabbia potrebbe quindi essere una malattia facilmente prevenibile se in tutto il mondo venisse vaccinato il 70% dei cani: invece, ancora oggi muore di rabbia una persona ogni 9 minuti. “Zero by 30!” è il piano strategico globale di “United against rabies”, coordinato da OIE, FAO e OMS, per ridurre a zero i casi di rabbia umana trasmessa dai cani entro il 2030. Quindi partecipiamo attivamente all’eradicazione della rabbia: uniti ce la possiamo fare!”

“La rabbia è una malattia estremamente pericolosa, ma possiamo eliminarla attraverso la cooperazione, soprattutto diffondendone la conoscenza e attraverso la formazione, aspetti importanti al pari dei vaccini”, dichiara Jean Scheftsik de Szolnok, Membro del Board of Managing Directors e responsabile di Animal Health. “Le vite delle persone e degli animali sono interconnesse in modo profondo e complesso. Una malattia come la rabbia, dalla quale possiamo proteggere al meglio l’uomo immunizzando gli animali, ne è un chiaro esempio. Per realizzare una campagna di vaccinazione efficace, abbiamo bisogno di un approccio collaborativo e interdisciplinare tra veterinari, medici ma anche ambientalisti, così come governi, settore privato, associazioni e istituzioni.”

Poiché la Giornata Mondiale della Rabbia è un giorno molto importante per porre l’attenzione sul controllo di questa patologia, evidenziamo tre importanti temi legati a luoghi comuni sulla malattia.

I progressi della medicina, la disponibilità di cure migliori e di vaccinazioni hanno portato molte persone a sottovalutaree le malattie, che possono essere prevenute grazie ai vaccini. Oltre a ciò, la prevenzione della rabbia è spesso considerata non prioritaria e pertanto non riceve finanziamenti adeguati. Di conseguenza, 59.000 persone muoiono ancora di rabbia ogni anno, anche se la malattia può essere evitata al 100% attraverso la vaccinazione.

È vero che oggi il 95% dei casi di rabbia nell’uomo si verifica in Asia e in Africa. Tuttavia, la malattia può ancora rappresentare una minaccia per le persone e gli animali che vivono nelle Americhe, in Europa e in Oceania. La ragione è che gli animali selvatici sono serbatoi della malattia anche se le campagne di vaccinazione in corso forniscono una protezione completa per gli esseri umani e gli animali domestici. Se si riducono gli sforzi in termini di vaccinazione c’è il rischio che la malattia venga reintrodotta. I casi di rabbia nell’uomo possono essere eliminati, ma la malattia non può essere eradicata.

Anche se i cani contribuiscono fino al 99% di tutte le trasmissioni di rabbia all’uomo, qualsiasi mammifero ammalato può causare un’infezione, compresi gli animali domestici non vaccinati e gli animali selvatici. Ecco perché vaccinare sia gli animali da compagnia sia quelli selvatici è essenziale per eliminare la rabbia. Secondo l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale, la vaccinazione dei cani randagi e di proprietà dovrebbe essere la prima priorità. L’Organizzazione nota, inoltre, che la vaccinazione degli animali selvatici ha prodotto risultati eccellenti in alcune specie e regioni. Nei Paesi che hanno raggiunto con successo l’immunità di gregge con un tasso di vaccinazione di almeno il 70% dell’intera popolazione canina, i casi di rabbia nell’uomo, anche se raramente, possono ancora verificarsi. I centri per il controllo e prevenzione delle malattie, ad esempio, riportano uno o due decessi umani ogni anno negli Stati Uniti dovuti a viaggi all’estero o all’esposizione a animali selvatici, la cui fonte più comune sono i pipistrelli.

Nigel Swift, Global Head of Veterinary Public Health di Boehringer Ingelheim,. Tutti questi fatti sono alla base della nostra missione One Health. Al Veterinary Public Health Center di Boehringer Ingelheim, siamo orgogliosi di collaborare con le autorità sanitarie, i governi e le ONG nella pianificazione di campagne di vaccinazione di massa, allo stesso tempo ci impegniamo a rendere disponibile un accesso globale e a prezzi sostenibili ai nostri vaccini di alta qualità per contribuire ad un efficace controllo della rabbia”.

Sophie Randoux, Global Head of Pet Vaccine Marketing, aggiunge: “Boehringer Ingelheim fornisce più di 100 milioni di dosi di vaccini contro la rabbia ogni annoi. Oltre a rifornire i governi e le organizzazioni internazionali, approvvigioniamo anche numerose cliniche veterinarie private per la protezione degli animali da compagnia. Oltre ai vaccini, forniamo alle cliniche una serie di materiali educativi per aiutarli nella corretta informazione.” 

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