Capita a volte di essere obbligati a lasciare il proprio cane solo in casa anche per un breve arco di tempo, magari per andare a fare qualche commissione o visitare parenti. Se spesso, al ritorno a casa, si notano cuscini e divani distrutti, libri o soprammobili a terra e molto altro ancora è possibile che il cane soffra di ansia da separazione. Ma di cosa si tratta?

MYLAV ha deciso di approfondire la problematica, anche grazie all’aiuto della Dottoressa Maria Chiara Catalani, medico veterinario, che è andata a fondo del tema, mettendone in luce le cause ele modalità per affrontarla al meglio e con più consapevolezza.

“L’ansia da separazione è un disagio che il cane manifesta quando si sente, o rimane, in solitudine – spiega la Dott.ssa Maria Chiara Catalani – Ci sono cani che dimostrano ansia anche solo quando perdono di vista il loro punto di riferimento dentro casa, se non possono seguirlo fisicamente o anche solo con lo sguardo, ed altri che invece soffrono di questo problema quando la famiglia esce di casa lasciandoli realmente da soli.”

Indagando nei cani che soffrono maggiormente l’ansia da separazione si può scoprire che la loro storia racconta di un distaccamento troppo precoce o avvenuto in modo traumatico dalla mamma.

La causa dell’ansia da separazione è solitamente il tipo di legame che il cane, in giovane età, ha sviluppato con uno o più componenti della famiglia. Quando si vive con un cucciolo, infatti, si è spesso portati a coccolarlo continuamente, dargli attenzioni quando cerca il nostro contatto continuo e addirittura tenerlo molto in braccio per proteggerlo, finendo con il limitare le sue esplorazioni.

“Sicuramente è importantissimo essere rassicuranti e presenti con un cucciolo che cresce e che ha bisogno di riferimenti – continua la Dott.ssa Maria Chiara Catalani – ma è altrettanto importante dargli delle opportunità per sperimentare le sue capacità di autonomia, facendolo con il giusto metodo e la corretta gradualità e tempistica. In questo modo il cane verrà abituato sin da piccolo ad essere più indipendente e autonomo.”

Quando un cane che soffre di ansia da separazione viene lasciato solo in casa, anche per pochi minuti, può manifestare sintomi molto violenti, facendo bisogni in luoghi non predisposti, rompendo oggetti e molto altro ancora. Altri cani, in aggiunta o in alternativa, possono abbaiare o ululare ininterrottamente per ore, dimenticando di bere e riposare perché incapaci di calmarsi. Tutto questo, oltre ad essere molto dannoso per la loro salute, può creare problemi con i vicini di casa e danni anche piuttosto seri al mobilio.

La reazione più frequente, quando ci si trova la casa distrutta o una chiamata dal vicino per lamentarsi del disturbo, è punire o sgridare il cane per il danno che ha fatto. Non è facile rimanere indifferenti ma è invece fondamentale riuscire a farlo perché ciò che spesso si pensa sia un “dispetto” per averli lasciati soli, in realtà è l’espressione di un profondissimo disagio che il cane vive perché travolto da emozioni negative.

“L’eccessiva dipendenza provoca questa reazione che porta il cane a pensare di non riuscire a sopravvivere senza la propria famiglia. L’ansia, espressa in quei danni che noi erroneamente pensiamo siano dispetti, in alcuni cani è davvero violentissima: si agitano, ci cercano, annusano in giro, leccano, mordicchiano oggetti per provare a calmarsi, hanno dissenteria dovuta ad attacchi di colite e, nei casi più gravi, di panico. Tutto ciò accade contro la volontà dell’animale, che eviterebbe ben volentieri di stare così male. Basta comprendere questo per capire quanto possa essere dannosa la punizione o il rimprovero.”

Durante questi momenti è fondamentale, in prima battuta, avere pazienza e comprensione, perché l’inibizione o la punizione di sintomi di ansia provocano un peggioramento del problema. Oltre ad evitare le punizioni è importante, in secondo luogo, evitare qualsiasi forma di contenimento, come ad esempio chiudere il cane in una gabbia oppure in una stanza vuota al fine di limitare il più possibile i danni.

“Decisamente più utile è venirgli incontro, perché il cane sta soffrendo tanto quanto voi patite gli effetti del suo comportamento. Per ridurre i sintomi relativi all’ansia potete chiedere aiuto a un parente oppure a un dog sitter per limitare al minimo il tempo che il cane passerà da solo – consiglia la la Dott.ssa Maria Chiara Catalani – E, ancora più fondamentale, è rivolgersi quanto prima al medico veterinario di fiducia che saprà darvi il consiglio e l’aiuto più valido a seconda delle esigenze.”

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