Le valanghe e le piste da sci sono entrambe fonti di disturbo, seppur di natura molto diversa, che modellano i paesaggi montani delle Alpi, ma il loro impatto sulla fauna ornitica e sulla biodiversità in generale può differire in modo significativo. Un nuovo studio, intitolato “Ski-pistes can compensate for the climate change-driven loss of bird communities of avalanche tracks in the Alps”, pubblicato sulla rivista “IBIS”, analizza e discute da un punto di vista innovativo la relazione tra questi due tipi di habitat e le comunità di uccelli che li abitano.

Guidato da Dayron Lopez, sotto la supervisione del Dott. Riccardo Alba e del Prof. Dan Chamberlain del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino e con la collaborazione di Domenico Rosselli, dell’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, lo studio ha confrontato la diversità e l’abbondanza delle specie di uccelli in tracciati di valanga e piste da sci nelle Alpi italiane durante la primavera del 2021 e del 2022 andando ad indagare un totale di 440 siti.

I risultati hanno rivelato che le valanghe supportano una diversità di uccelli significativamente maggiore rispetto alle piste da sci, che ospitano comunità meno abbondanti e meno diversificate. I tracciati di valanga si distinguono per una maggiore diversità vegetazionale che fornisce un habitat ideale per numerose specie di uccelli. Al contrario, le piste da sci, pur presentando aree con una copertura erbosa abbondante, offrono un habitat più omogeneo e privo di quelle varietà vegetali che favoriscono la presenza dell’avifauna.

Tuttavia, sebbene le piste da sci possano essere meno favorevoli per le specie legate agli ambienti arbustivi – poiché la rimozione della vegetazione per la creazione delle piste da sci ha un impatto negativo – esse offrono rifugio a diverse specie di uccelli alpini, come lo spioncello, e di praterie di bassa quota, come lo stiaccino, specie minacciate dall’avanzamento della vegetazione provocato dal cambiamento climatico e dall’abbandono delle attività pastorali.

Lo studio solleva preoccupazioni per l’effetto che i cambiamenti climatici potrebbero avere sulla frequenza e sull’intensità delle valanghe, influenzando indirettamente l’estensione di habitat aperti. Le piste da sci, sebbene possano offrire alcuni benefici, non sono in grado di sostituire completamente la diversità creata dalle valanghe. Gli autori suggeriscono che, per ridurre gli impatti negativi delle piste da sci sulle comunità di uccelli, è fondamentale adottare pratiche di gestione sostenibile che includano elementi chiave degli habitat delle valanghe, come la presenza di piccoli alberi e cespugli ai lati della pista.

“Lo studio evidenzia che, sebbene le piste da sci possano offrire rifugio a determinate specie, i tracciati di valanga rimangono fondamentali per la conservazione della biodiversità alpina, in particolare per le specie che nidificano in habitat semi-aperti e diversificati. L’espansione delle strutture sciistiche a quote più elevate dovrebbe essere discussa con cautela e in generale scoraggiata, mentre pratiche di gestione delle piste in maniera più sostenibile potrebbero migliorare il loro potenziale di conservazione per la biodiversità”, dichiara il Dott. Riccardo Alba.

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