Nell’energia degli oceani una lente d’ingrandimento per lo studio dei cambiamenti climatici
La possibilità di leggere, conoscere e saper analizzare le correnti oceaniche e la loro evoluzione è sempre più di fondamentale importanza: il loro impatto sull’ecosistema e sul clima sono una chiave significativa.
Va da sé quanto sia indispensabile poter prevedere e interpretare l’energia distribuita nel globo; e questo è possibile con satelliti ad alta risoluzione e con strumenti di analisi adeguati.
“La complessità della struttura del flusso oceanico deriva dalla diversità dei processi fisici di cui è composta” ci spiega Michele Buzzicotti, ricercatore del dipartimento di Fisica dell’università di Roma “Tor Vergata”. “L’interazione con i venti atmosferici, le differenze di salinità e temperatura dei diversi bacini, la rottura delle onde, le interazioni con la batimetria e con le terre emerse sono solo alcuni esempi”.
Il dottor Buzzicotti ha pubblicato uno studio sulla rivista “Nature Communications”, frutto di un lavoro nato da una collaborazione con il gruppo del professor Hussein Aluie presso il dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Rochester e il gruppo del professor Stephen Griffies della NOAA e dell’Università di Princeton.
“Nel nostro studio utilizziamo un nuovo approccio chiamato coarse-graining che aggira molti dei limiti delle tecniche di analisi precedenti e ci ha permesso di calcolare lo spettro di energia cinetica della circolazione oceanica globale osservata dai satelliti e prodotta dai modelli oceanici ad alta risoluzione”.
Le osservazioni sono su larga scala e coprono l’intero globo. Ciò permetterà agli studiosi di comprendere la variabilità oceanica, esplorare nuovi campi di studio e migliorare i modelli oceanici.
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