Ha preso il via ufficialmente il via al progetto LIFE ARCPROM la cui mission è descritta dal titolo: “Migliorare la convivenza uomo-orso in 4 parchi nazionali dell’Europa meridionale”. Dal 26 al 28 novembre tutti i soggetti coinvolti e rappresentati da più di 25 esperti greci e italiani hanno discusso e pianificato gli interventi che verranno attuati in Italia e Grecia per migliorare la convivenza tra orso bruno e uomo e quindi favorire la conservazione della specie.

Il progetto, finanziato per il 75% dal fondo LIFE Natura dell’Unione Europea, sarà attuato in tre aree protette in Grecia e in Italia nel Parco Nazionale della Majella con la partecipazione degli enti di gestione competenti.

Le squadre di esperti dei parchi nazionali lavoreranno supportati dallo staff scientifico specializzato del Dipartimento di Veterinaria dell’Università della Tessaglia, dal WWF Italia, nonché dall’organizzazione greca Callisto, che ha anche la responsabilità di coordinamento del progetto. Lo sviluppo del materiale di comunicazione e dell’identità visiva del progetto è affidato al Dipartimento di arti visive e applicate dell’Università della Macedonia occidentale.

Il progetto durerà fino al 2024 e gli interventi principali che saranno realizzati comprendono azioni innovative per la gestione dell’interazione uomo-orso: da un lato la prevenzione dei rischi per gli orsi, connessi all’avvicinamento alle attività e agli insediamenti umani, riducendo al minimo il bracconaggio; dall’altro l’implementazione di misure di prevenzione dei danni all’economia agricola, oltre ad attività per la valorizzazione della presenza dell’orso nei Parchi, sia in termini culturali che economici.

“La partecipazione del PNM al LIFE ARCPROM integra le azioni già in corso per monitorare e tutelare l’orso nelle sue possibili interazioni con l’uomo e il suo insediamento – ha dichiarato il Presidente del Parco Nazionale della Majella, Lucio Zazzara – La questione non riguarda solo la permanenza del prezioso plantigrado nelle nostre montagne ma la tutela dell’intera biodiversità di cui l’Appennino centrale è particolarmente ricco. Per questa ragione il PNM si è anche fatto promotore di un primo accordo tra i Parchi Nazionali per costruire una rete ecologica che trascenda i confini amministrativi attuali e sia capace di realizzare finalmente una connessione generale del territorio, con tanto di corridoi protetti e di opere che facilitino lo scavalcamento di ogni ostacolo fisico. L’obiettivo è da una parte quello di offrire alle nostre specie, soprattutto faunistiche, una maggiore libertà di movimento seguendo un più naturale approccio all’uso del territorio stesso, dall’altra quello di proteggere meglio la fauna selvatica dai rischi derivanti dagli attraversamenti di tante infrastrutture. Naturalmente questo servirà anche a tutelare meglio le popolazioni e le attività, a rendere più sicura la mobilità delle persone e dei mezzi; ma anche a ridurre i rischi derivanti da interferenze dirette soprattutto in ambienti urbani. Per queste ragioni il Parco è impegnato sia all’interno del proprio territorio, sia all’esterno, col fine di sperimentare nuovi sistemi di coesistenza del grande patrimonio ambientale con lo sviluppo delle Comunità locali e con le prospettive di valorizzazione produttiva e turistica”.

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