«Dare in mano ai giovani un vero esperimento di governo del futuro»: questo, per il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il valore di Youth4Climate, la grande assemblea che riunisce a Milano oltre 400 giovani provenienti da tutti i paesi del mondo per discutere di cambiamenti climatici che si è aperta oggi a Milano.  Dopo tre giorni di confronto sarà prodotto un documento che sarà illustrato ai ministri il 30 alla presenza del presidente della Repubblica e del premier Draghi. Le loro proposte “concrete” per limitare il global warming saranno quindi affidate ai ministri riuniti per la PreCop in vista della Cop26 di Glasgow.  Ma esiste un punto di contatto, la possibilità di una collaborazione fra le generazioni per la sfida ai cambiamenti climatici? Il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani ne è convinto. Le istituzioni, gli adulti, devono fare di più, mantenere le promesse, i giovani devono sì protestare, ma anche proporre con l’intelligenza e la fantasia e la passione di cui sono portatori. La mattinata è stata segnata dal toccante, appassionato discorso di Vanessa Nakate, l’attivista ugandese che ha raccontato i cambiamenti climatici visti dal sud del mondo chiedendo con determinazione che i Paesi ricchi tengano fede alla promessa di investire 100 miliardi di dollari nelle aree disagiate del pianeta. La giovane africana ha raccontato dei milioni di “migranti del clima” e della biodiversità ormai irreversibilmente perduta, delle isole che stanno scomparendo sommerse dall’innalzamento degli oceani. E ha chiesto che il nord del mondo paghi per i danni che i paesi incolpevoli hanno subito. Greta hai poi affermato che «dobbiamo attuare una transizione senza traumi, perché non c’è un piano B. Sentiamo dai nostri leader parole, parole altisonanti che non sono diventate niente. Basta “blablabla”, sono 30 anni che sentiamo chiacchierare”. “La crisi climatica – ha detto ancora la Thunberg – è sintomo di una crisi di più ampio respiro, la crisi sociale della ineguaglianza, che viene dal colonialismo. Una crisi che nasce dall’idea che alcune persone valgono più di altre». Il ministro Cingolani ha raccolto la sfida: «Le due giovani attiviste, Vanessa e Greta, hanno detto due cose importanti: Vanessa che non abbiamo raggiunto i 100 miliardi di dollari per i Paesi più deboli, come avevamo promesso, come Paesi avanzati. E Greta ha chiesto di ascoltare la scienza perché quello che abbiamo fatto non è abbastanza, ci vuole più sforzo. Al di là dei modi di esprimersi, dei toni diversi, la crisi climatica è chiara a tutti, ma c’è anche una crisi di disuguaglianza globale che pesa su quella climatica che  è subìta in modo diverso in base al paese dove si vive».

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