Quando sono squali e razze a chiedere aiuto
Ben quindici specie di elasmobranchi sono oggi minacciate di estinzione e figurano nelle liste rosse dell’Unione mondiale per la Conservazione della Natura. La loro salute e sopravvivenza nel Mar Mediterraneo sono compromesse. Per molteplici ragioni: dalle catture accessorie fino all’eccessivo consumo, spesso inconsapevole, delle loro carni. L’Italia, in particolare, è uno dei maggiori importatori di carne di squalo, classificandosi al terzo posto a livello globale.
Per salvaguardare queste specie a rischio, il programma dell’Unione Europea LIFE ha destinato un fondo di 4,3 milioni di euro al progetto LIFE PROMETHEUS, che vede tra i partner anche l’Università di Bologna.
Il progetto mira a ridurre le catture accessorie di squali e razze grazie all’utilizzo di deterrenti elettromagnetici applicati su alcune tipologie di attrezzi da pesca. Saranno coinvolti, poi, attivamente i pescatori, promuovendo l’uso sostenibile ed efficiente delle risorse marine e pratiche di pesca alternative, che abbiano come target specie invasive non mediterranee, quali granchi blu e pesci scorpione, anziché razze e squali. E si offrirà loro supporto nell’accesso agli incentivi finanziari per l’adozione di misure di mitigazione finalizzate alla conservazione degli elasmobranchi.
Dodici le aree su cui si concentra LIFE PROMETHEUS, situate fra Spagna, Francia, Italia, Grecia e Cipro, selezionate come hotspot di biodiversità o habitat essenziali per alcune fasi vitali delle specie interessate.
Coordinato da Emanuela Fanelli, professoressa di Biologia marina ed Ecologia all’Università Politecnica delle Marche, il progetto vedrà collaborare, a partire dal prossimo ottobre e per cinque anni, ventuno partner appartenenti a cinque Paesi europei, fra cui l’Università di Bologna.
Per l’Alma Mater saranno coinvolti, in particolare, docenti del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali e del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari.
Tra le attività previste dal progetto ci sono anche la promozione del turismo subacqueo sostenibile e lo sviluppo di attività di informazione e sensibilizzazione. Anche grazie alla diffusione di un marchio di qualità ecologica “shark-free” in tutta la filiera, si orienteranno infatti le scelte del consumo verso specie invasive del Mediterraneo come il granchio blu.
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