Dopo quasi tre mesi di cure presso il Centro recupero animali selvatici della Provincia autonoma di Trento, un’aquila reale è stata rilasciata in libertà dagli operatori del Servizio Faunistico.
L’animale, un maschio adulto, era stato recuperato dal personale del Corpo forestale trentino lo scorso 24 novembre in località Cronelle, poco sopra l’abitato di Breguzzo, nel comune di Sella Giudicarie, a seguito della segnalazione di un residente. Nei giorni scorsi il ritorno in libertà, nella stessa zona del ritrovamento.

Il rapace, non in grado di volare, era stato tempestivamente recuperato dai forestali e trasportato presso il Cras, dove le operatrici, anche a seguito delle analisi eseguite, hanno appurato come le difficoltà motorie e la totale paralisi degli arti inferiori dell’animale fossero causate da avvelenamento da piombo.
Ricoverato al Cras, l’aquila è stata immediatamente sottoposta a scrupolosi controlli veterinari per poi seguire un percorso di disintossicazione mirato e particolarmente delicato. 
Le seconde analisi, eseguite dopo dieci giorni di trattamento, hanno evidenziato un calo dei livelli di piombo nel sangue dell’animale, a cui però non si è accompagnato un miglioramento delle condizioni generali del volatile che ancora non era in grado di reggersi sulle zampe.
Sono stati necessari circa cinquanta giorni di degenza e trattamenti per osservare i primi segnali di ripresa. Dalla degenza in uno spazio controllato in una delle sale interne del Cras, l’aquila è stata quindi spostata in una voliera esterna dove ha ricominciato a muoversi sulle zampe e ad esercitare nuovamente una presa con gli artigli finalmente non più contratti.
Dopo circa settanta giorni dal ritrovamento, riscontrati miglioramenti significativi, il rapace è stato quindi trasferito all’interno di un tunnel di trenta metri dedicato alla riabilitazione al volo, passaggio necessario per consentire all’animale di riacquistare muscolatura e familiarità con il volo prima del ritorno in natura.
Una volta accertati il buono stato di salute e la rinnovata capacità di volare dell’aquila, le operatrici del Cras hanno ritenuto concluso il percorso di recupero e riabilitazione e deciso per il rilascio in libertà. Per la liberazione è stata scelta la stessa area del ritrovamento al fine di agevolare il graduale reinserimento nell’ambiente naturale. 

Il buon esito di questa importante operazione di recupero si deve al contributo di molte persone a vario titolo coinvolte nell’intervento, dal cittadino che ha segnalato il rinvenimento, ai veterinari che hanno provveduto alle cure riabilitative, al personale del Servizio Foreste che ha collaborato sia inizialmente al recupero in natura, sia durante la terapia e infine nella fase di liberazione.

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