Venti iguane rosa delle Galápagos sono monitorate giorno e notte attraverso dispositivi, dotati di GPS, installati direttamente sull’animale. Il sistema è stato sviluppato e realizzato nell’ambito del programma “Uncovering Excellence”, finanziato dall’Università Roma “Tor Vergata”.

Unica superstite di una linea evolutiva comparsa milioni di anni fa – quando ancora molte delle isole Galápagos attuali non erano neppure formate – l’iguana rosa, inconfondibile per via del suo manto rosa intenso striato di nero, è ormai riconosciuta come un’importante specie-bandiera: un tramite per mantenere alta l’attenzione globale su temi quali l’importanza della biodiversità e della sua conservazione.

Abbiamo chiesto al prof. Gabriele Gentile, biologo evoluzionista del Dipartimento di Biologia dell’Università Roma “Tor Vergata” e coordinatore del programma di ricerca e conservazione internazionale nell’ambito del quale, nel 2009, è avvenuta la scoperta della nuova specie di iguana terrestre, di raccontarci come si articola il programma rilevamento e trasmissione dati.

«L’unico sito dove la specie vive è il vulcano Wolf, nell’isola Isabela, nelle Galápagos. I circa 300 individui rimasti abitano un’area di soli 25 km quadrati. La specie è segnalata al più alto grado di rischio di estinzione dalla IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, per questo l’iguana rosa è oggetto di continuo studio e monitoraggio. Tra le varie azioni per la conservazione della specie vi è quella che mira all’identificazione dei siti di nidificazione del rettile che, una volta scoperti, verranno protetti sia dai predatori naturali, come la poiana delle Galápagos, sia da quelli introdotti dall’uomo, come gatti e ratti».

«Grazie alla collaborazione di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Elettronica di Roma “Tor Vergata” e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, coordinati da Pierpaolo Loreti, ricercatore in Telecomunicazioni presso il Dipartimento di Ingegneria Elettronica abbiamo realizzato uno specifico sistema dirilevamento e trasmissione che permette di ottenere dati circa i movimenti di singole iguane e altre informazioni ambientali. L’inaccessibilità dell’area dove l’iguana rosa vive, a circa 1700 metri di altitudine, sul vulcano Wolf, in una zona non facilmente accessibile a piedi, non consente un’osservazione diretta e a lungo termine degli animali. Le informazioni necessarie possono essere raccolte solo indirettamente, attraverso l’uso di tecniche di “tracking”. I dispositivi, installati sulle iguane lo scorso settembre, oltre al GPS sono dotati anche di una piccolissima radio con la quale trasmettono i dati a un sistema ricevente in grado di inviare le informazioni direttamente ai server dell’Ateneo “Tor Vergata”, a Roma, e al Parco Nazionale Galápagos, attraverso una connessione satellitare».

Il progetto, a cui partecipa anche l’Institute for Conservation Research – San Diego Zoo Global, riceve supporto dall’International Iguana Foundation, Swiss Association of Friends of the Galápagos Islands, Mohamed Bin Zayed Fund.

«I dispositivi satellitari hanno cominciato a trasmettere dati da una delle zone più remote delle Isole Galápagos. Nei mesi di settembre e ottobre abbiamo ricevuto dati da 15 iguane rosa. Attendiamo fiduciosi informazioni anche dalle altre», conclude Gentile.

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