Il petfood cresce nel carrello della spesa degli italiani
Il menu di cani e gatti? Sempre più simile a quello dei loro proprietari, soprattutto come valori-guida e trend emergenti, dall’affermazione del “free from” al trionfo del made in Italy, all’attenzione alla sostenibilità e alla valorizzazione della filiera. È quanto emerge dal dossier speciale che la nuova
edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy ha dedicato al petfood destinato all’alimentazione felina e canina. Un mercato che, tra supermercati e ipermercati, vale 767 milioni di euro di sell-out, generati da 3.461 prodotti, e che, nell’arco dei 12 mesi analizzati, ha registrato un aumento di +1,2% delle
vendite complessive.
«Giunti alla decima edizione dell’Osservatorio Immagino, abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di estendere l’analisi anche all’alimentazione dei più diffusi e amati animali domestici» spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «E abbiamo affrontato il mondo del petfood con lo stesso approccio metodologico innovativo che caratterizza l’Osservatorio Immagino: ossia rilevando le informazioni e i claim presenti sulle etichette dei prodotti per cani e gatti, allocandoli nei trend strutturali che stanno segnando il mondo del food e incrociandoli con i dati Nielsen sulle vendite in supermercati e ipermercati. In questo modo siamo riusciti a mettere a fuoco l’evoluzione dell’offerta e della domanda nel petfood».
Quali sono, dunque, i principali fenomeni che stanno cambiando il mondo del petfood e come stanno impattando sulle scelte d’acquisto dei consumatori? L’Osservatorio Immagino ha individuato tre tendenze predominanti: il rich-in; il free from; l’italianità.
Il paniere più consistente, per numero di referenze e per valore delle vendite, è quello dei prodotti arricchiti: complessivamente il rich-in supera i 453 milioni di euro di vendite e mostra una crescita annua dell’1% del sell-out. Nove i claim individuati sulle etichette di 1.774 prodotti arricchiti: “vitamine” è il più importante in termini di numero di prodotti e giro d’affari, seguita da “Omega 3-6” e “proteine”. Si contraggono invece le vendite di alimenti con “carne/pesce fresco”, pur restando ancora molto diffusi.
Hanno superato i 435 milioni di euro le vendite dei 1.557 prodotti che rientrano nel paniere free from. Cinque i claim rilevati dall’Osservatorio Immagino sulle etichette dei prodotti destinati a cani o gatti: il più
diffuso e importante per giro d’affari è “senza coloranti”, mentre quello a maggior crescita annua è “grain free/low grain”.
Il vero fenomeno del momento nel petfood è però l’affermazione dell’italianità dei prodotti come valore determinante per le scelte d’acquisto in supermercati e ipermercati italiani.
«Analogamente a quello che vediamo nel mondo del food, anche per nella nutrizione di cani e gatti cresce l’importanza dei prodotti che indicano la loro italianità in etichetta» commenta Marco Cuppini. «Le 486 referenze inserite in questo paniere dall’Osservatorio Immagino hanno aumentato le vendite di +17,7% in un anno, sfiorando i 56 milioni di euro di sell-out in ipermercati e supermercati italiani».
Quattro i claim e i pittogrammi individuati: la bandiera italiana è il più usato, mentre l’indicazione “Prodotto in Italia/Made in Italy” è il più dinamico, con vendite in crescita del 36,7% nell’arco dei 12 mesi.
L’Osservatorio Immagino ha anche voluto mettere a fuoco la presenza e il ruolo della sostenibilità come tema di comunicazione e informazione al consumatore nel mondo del petfood. Per questo sulle etichette dei prodotti destinati alla nutrizione di cani e gatti ha individuato 13 tra claim e certificazioni green e li ha attribuiti a tre panieri tematici. Il principale, per numero di referenze e valore delle vendite, è quello che riunisce i 762 prodotti che in etichetta dichiarano di essere stati ottenuti nel rispetto degli animali: copre il 16,7% di tutte le referenze monitorate e supera i 135 milioni di euro di sell-out. Nell’anno mobile le vendite sono aumentate del 37,4%, ma il claim “no cruelty” ha fatto decisamente meglio della media.
Il secondo paniere comprende i 661 prodotti petfood provenienti da allevamenti e agricoltura sostenibili: hanno realizzato oltre 134 milioni di euro di giro d’affari, in calo dello 0,9% nei 12 mesi rilevati. La certificazione biologico/EU Organic rappresenta la maggior quota dell’offerta e delle vendite, ma il claim più performante è “filiera/tracciabilità”, che ha visto aumentare il sell-out del 445,2% nell’arco di 12 mesi.
Il terzo paniere è quello del management sostenibile delle risorse, che conta 173 prodotti per 33,7 milioni di euro di giro d’affari. “Vegetale” è l’indicazione più diffusa sulle etichette e “sostenibilità” quella più dinamica, con vendite in crescita del 132,5% su base annua.
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